Giurisprudenza del lavoro

Giurisprudenza del lavoro

venerdì 19 novembre 2021

Modifica della distribuzione oraria

Corte di Cassazione Ordinanza n. 31349 del 3 novembre 2021

 

Il datore di lavoro può modificare l’orario di servizio della dipendente spostata in un altro reparto per dismissione di attività produttive, anche se quest’ultima presenta una patologia che però non la rende inidonea ai turni (nello specifico sindrome ansiosa e cefalea cronica). La modifica della distribuzione oraria, infatti, è espressione del potere organizzativo dell’azienda.

 

Insegnante discriminata per orientamento sessuale: danno morale e patrimoniale

Corte di Cassazione Ordinanza n. 31071 del 2 novembre 2021

 

La scuola cattolica deve pagare il danno morale e patrimoniale alla professoressa per averla discriminata per il suo orientamento sessuale, non rinnovandole il contratto.

La libertà di organizzazione dell’Istituto non giustifica la violazione dei diritti fondamentali e inviolabili della persona.

 

La reiterazione del comportamento aziendale diventa uso

Corte di Cassazione. Sentenza n. 31204 del 2 novembre 2021,

 

La Cassazione ha affermato che “la reiterazione costante e generalizzata di un comportamento favorevole del datore di lavoro nei confronti dei propri dipendenti, integra, di per sé, gli estremi dell’uso aziendale. Ed esso, in ragione della sua appartenenza al novero delle cosiddette fonti sociali, agisce sul piano dei singoli rapporti individuali allo stesso modo e con la stessa efficacia di un contratto collettivo aziendale”. Il caso trattato riguardava un dipendente che si era rifiutato di partecipare ad un corso di formazione in luogo diverso dal posto di lavoro, comunicato con preavviso di 48 ore e non con preavviso “congruo” come da prassi aziendale.

Ricordiamo che per prassi aziendale o uso aziendale si intende la costante ed uniforme reiterazione di determinati comportamenti da parte del datore di lavoro tenuti nei confronti di tutti i lavoratori, o di settori più o meno ampi di lavoratori, che si traduce in un trattamento economico o normativo di maggior favore rispetto a quanto previsto dai contratti, idonei ad attribuire, in ragione dell’osservanza costante e pacifica, diritti in capo ai lavoratori che di tale prassi si avvantaggiano.

 

Il datore non è tenuto ad avvertire il lavoratore dell’imminente scadenza del periodo di comporto

Corte di Cassazione Ordinanza n. 30478 del 28 ottobre 2021

 

La Corte di Cassazione, con l’Ordinanza n. 30478 del 28 ottobre 2021, ribadendo l’orientamento giurisprudenziale maggioritario, ha stabilito che l’impresa non è tenuta ad avvertire il lavoratore in malattia circa l’imminente scadenza del periodo di comporto.

Non sussistono, dunque, né profili discriminatori né violazione dei doveri di correttezza e buona fede nello svolgimento del rapporto se il datore di lavoro non risponde alle richieste del dipendente.

 

Incidente in pausa caffè. Quando non è considerato infortunio sul lavoro?

Corte di Cassazione. Ordinanza n. 32473 dell’8 novembre 2021

 

Non deve essere indennizzata per l’infortunio subito, la lavoratrice caduta a terra e procuratasi un forte trauma al polso mentre torna in ufficio dopo essere andata a fare pausa caffè in un bar vicino al proprio posto di lavoro. Nel caso in esame si è verificata un’interruzione della necessaria connessione causale tra l’incidente e l’attività lavorativa. Secondo la Cassazione, infatti, allontanandosi dal posto di lavoro per raggiungere un vicino pubblico esercizio, la lavoratrice si era esposta volontariamente ad un rischio non necessariamente connesso all’attività lavorativa, al fine di soddisfare un bisogno personale non sicuramente improcrastinabile.