Uno dei “temi caldi”, su cui il decreto è intervenuto, risulta quello legato alla gestione del periodo successivo al 30 giugno 2021 per le imprese (dell’industria e dell’edilizia) che si troveranno senza il beneficio delle casse covid-19 ma anche fuori dal blocco dei licenziamenti. In questo senso sono stati introdotti alcuni strumenti (art. 40 del decreto) che potrebbero permettere un atterraggio più morbido in particolare a quei datori di lavoro ancora in difficoltà nel ripartire con l’attività produttiva dal 1° luglio prossimo.
Da segnalare (all’art. 39) anche il potenziamento per l’anno 2021) del cosiddetto “contratto di espansione” (introdotto dal Decreto Legislativo n. 148/2015 che potrebbe permettere ad una platea abbastanza ampia di imprese (al di sopra dei 100 dipendenti) di procedere alla propria riorganizzazione facilitando le uscite di lavoratori prossimi alla pensione e introducendo nuove risorse oltre a favorire percorsi interni di riqualificazione del personale in forza.
È stato inoltre introdotto in via sperimentale (con l’art. 41) il cosiddetto “contratto di rioccupazione” che dovrebbe consentire un riassorbimento di lavoratori rimasti disoccupati da parte di aziende che possano garantirne un percorso di riqualificazione in cambio di uno sgravio contributivo totale per 6 mesi.
Il Governo è intervenuto anche a favore dei lavoratori del settore spettacolo, prevedendo l’adeguamento strutturale di una serie di tutele assistenziali e previdenziali compresa un’indennità contro la disoccupazione involontaria.
Forme di esonero dal pagamento dei contributi previdenziali e assistenziali per i primi mesi del 2021 sono state stabilite in favore dei datori di lavoro dei settori del turismo e stabilimenti termali, del commercio nonché riproposte per quelli riconducibili ai settori agrituristico e vitivinicolo.
Infine il Decreto Sostegni-bis ripropone alcune misure di indennizzo per particolari categorie di lavoratori tra quelle maggiormente colpite dalla crisi conseguente all’emergenza sanitaria.