PROTOCOLLO NAZIONALE PER LA REALIZZAZIONE DI PUNTI DI VACCINAZIONE NEI LUOGHI DI LAVORO

PROTOCOLLO NAZIONALE PER LA REALIZZAZIONE DI PUNTI DI VACCINAZIONE NEI LUOGHI DI LAVORO

Ministero Lavoro - Ministero Salute - Parti Sociali. Accordo nazionale 6 aprile 2021

 

giovedì 15 aprile 2021

Il 6 aprile è stato sottoscritto tra i Ministeri Salute e Lavoro e le Parti Sociali il PROTOCOLLO NAZIONALE per la realizzazione di punti straordinari di vaccinazione nei luoghi di lavoro) con l’obiettivo di coinvolgere in modo volontario le aziende che si vorranno rendere disponibili a procedere alla vaccinazione dei loro lavoratori per accelerare i tempi della campagna vaccinale.

 

In base al Protocollo (clicca qui per il Protocollo) questa attività, definita di sanità pubblica, si concretizza con una proposizione di piano aziendale vaccinale all’Azienda Sanitaria di riferimento sia direttamente sia per il tramite dell’Organizzazione di rappresentanza.

Questo nel rispetto delle Indicazioni ad interim allegate al Protocollo vaccinazioni (clicca qui per il documento).

Operativamente, il datore di lavoro organizza un Piano Vaccinale e raccoglie le adesioni volontarie di tutti i lavoratori interessati per poi comunicarlo all’Azienda Sanitaria per programmare la necessaria distribuzione.

Il datore di lavoro può organizzare il Piano Vaccinale in 3 modi:

  • dedicare uno spazio aziendale idoneo con la collaborazione del medico competente;
  • convenzionarsi con una struttura di sanità privata in possesso dei requisiti per la vaccinazione, anche nell’ambito della bilateralità esistente nel settore in cui operano;
  • avvalersi delle strutture sanitarie dell’INAIL.

I costi per la realizzazione e la gestione dei Piani Aziendali, compresa la somministrazione del vaccino, sono a carico dell’impresa. Su questo onere a carico delle imprese abbiamo sollevato in modo molto fermo la questione con i Ministri presenti fino agli ultimi minuti dell’incontro. Ma nessun capitolo di spesa era stato previsto per questa eccezionale attività e, quindi, abbiamo aderito al Protocollo per profondo senso di responsabilità, con una decisione alla fine assunta pur con fatica.

La fornitura dei vaccini e dei dispositivi per la somministrazione è a totale carico del Servizio Sanitario Regionale.