Il TFR spetta anche al socio lavoratore di cooperativa
Corte di Cassazione. Ordinanza n. 26071 del 4 ottobre 2024
La Corte di Cassazione sancisce che in materia di TFR ai soci lavoratori di cooperativa si applicano, in primo luogo, le regole speciali previste dalla Legge n. 142/2001 ed in secondo luogo le regole previste dalle altre leggi di disciplina del lavoro in quanto compatibili con la posizione di socio lavoratore. In questo senso, non sussiste alcuna incompatibilità ai fini del riconoscimento al socio lavoratore di cooperativa con contratto di lavoro subordinato del diritto al trattamento di fine rapporto di cui all'art. 2120 del codice civile.
Licenziamento individuale e obbligo di repêchage: assolvimento e onere della prova
Cass. Sez. Lav. Ordinanza 10 luglio 2024, n. 18904
L'onere della prova in materia di repêchage è a carico del datore di lavoro, mentre sul lavoratore non grava alcun onere, neppure di dimostrazione dei posti disponibili. In particolare, l'onere della prova del datore è esteso anche alle mansioni inferiori, sicché egli è tenuto a provare che al momento del licenziamento non esista nessuna altra posizione lavorativa in cui possa utilmente ricollocarsi il licenziando, tenuto conto della organizzazione aziendale esistente all'epoca del licenziamento.
Legittimo il licenziamento dell’addetto al recapito postale che circola con patente scaduta
Corte di Cassazione. Ordinanza n. 25724 del 26 settembre 2024
La Corte di Cassazione sancisce la legittimità del licenziamento di un dipendente, addetto al servizio di recapito postale con ciclomotore, per il fatto di aver circolato privo di patente in corso di validità e con casco non allacciato. Il fatto di aver continuato a guidare il motoveicolo per diverso tempo senza una regolare patente costituisce, infatti, una condotta intenzionale e foriera di pregiudizio per la società. Inoltre, si accerta il dolo nel comportamento del lavoratore che ha taciuto consapevolmente tale situazione per evitare uno svantaggio, rimanendo invece irrilevanti i motivi sottostanti tale consapevolezza.
Licenziamento disciplinare del dipendente sgarbato e scurrile
Corte di cassazione. Ordinanza 26440 del 10 ottobre 2024
La Cassazione ha confermato la sentenza della Corte d’appello di Cagliari che aveva stabilito la legittimità del licenziamento disciplinare inflitto nei confronti di un dipendente, con mansioni di addetto al banco macelleria di un supermercato, al quale il datore di lavoro aveva contestato di essersi rivolto nei confronti di un cliente anziano con toni aggressivi e volgari.
La Corte aveva sottolineato, in particolare, la gravità della condotta tenuta dal dipendente in quanto, in tale occasione, l’addetto al bancone, non solo non aveva chiesto scusa al cliente, peraltro anziano, ma aveva proseguito la discussione con toni sempre più accesi, dando luogo ad «uno spettacolo indecoroso e anche un po’ preoccupante».