Ricordiamo che lo status di familiare fiscalmente a carico, in base all’articolo 12, comma 2, del Tuir, è subordinato al possesso di un reddito complessivo annuo non superiore a 2.840,51 euro, elevato a 4mila euro solo per i figli di età fino a 24 anni.
L’obbligo di compilare la specifica sezione della Cu 2024, anche se nel 2023 non è stato attribuito nemmeno un mese di detrazione d’imposta (a differenza del 2022, in cui lo sconto era in vigore fino a febbraio), dipende dall’esistenza di altre previsioni normative che attribuiscono specifiche agevolazioni ai lavoratori genitori di figli fiscalmente a carico. Vediamo i casi:
- L’indicazione nella Cu consentirà di attribuire al lavoratore nella dichiarazione dei redditi precompilata la fruizione delle deduzioni e delle detrazioni spettanti per gli oneri sostenuti nell’interesse dei figli fiscalmente a carico, a prescindere dall’applicazione della relativa detrazione.
- L’indicazione nella Cu consentirà l’applicazione di specifiche agevolazioni connesse ai carichi familiari eventualmente previste dalle Regioni per la determinazione dell’addizionale regionale.
- La condizione di figlio fiscalmente a carico è richiesta per il riconoscimento di alcune misure di welfare aziendale, fra cui ad esempio l’erogazione e/o il rimborso delle spese sostenute per l’acquisto degli abbonamenti per il trasporto pubblico locale, regionale e interregionale (articolo 51, comma 2, lettera d-bis del Tuir).
- Limitatamente al 2023, lo status di figlio fiscalmente a carico costituisce l’unico requisito prescritto dall’articolo 40 del Dl 48/2023 per l’applicazione della soglia di esenzione annua di 3mila euro per i benefit, nonché per il rimborso delle spese sostenute, anche dal figlio a carico, per le utenze elettriche, gas ed acqua dell’immobile a uso abitativo.
A questo punto per i datori di lavoro/sostituti d’imposta si pone la necessità, entro la alla chiusura dell’anno fiscale 2023, di verificare di disporre all’interno ancora dei propri gestionali delle informazioni richieste. Ma anche questo non sarebbe sufficiente perché la situazione di figlio a carico verificata per l’anno 2022 potrebbe non essere più tale per l’anno 2023. Si porrà pertanto la necessità di ottenere una dichiarazione da parte del lavoratore.