Insulti al collega tramite mail: reato di diffamazione
Corte di Cassazione Sentenza n. 22631 del 24 maggio 2023
La Corte di Cassazione conferma la sussistenza del reato di diffamazione a carico di chi insulta il collega tramite messaggi di posta elettronica. Nella sentenza, viene chiarita la differenza tra ingiuria e diffamazione allorché gli insulti vengano proferiti attraverso modalità telematiche: in questo senso, se l’offesa è nel contesto di una riunione a distanza tra più persone contestualmente collegate, compresa la persona offesa, ricorrerà l’ipotesi dell’ingiuria (fatto depenalizzato), mentre qualora rilevino comunicazioni, scritte o vocali, indirizzate all’offeso ma anche ad altre persone non contestualmente presenti, ricorrono i presupposti della diffamazione.
Obbligo di repêchage per inidoneità fisica solo parziale
Corte di Cassazione Ordinanza n. 15002 del 29 maggio 2023
La Corte di Cassazione condanna la cooperativa a reintegrare e risarcire la lavoratrice per averla licenziata in seguito all’inidoneità fisica affermata dall’Asl. Sulla base della consulenza tecnica d’ufficio che ritiene solo parziale la sopravvenuta inidoneità, si ritiene che la società non abbia adempiuto all’obbligo di repêchage, verificando possibili adattamenti organizzativi.
Infatti, il datore non ha dato prova dell’impossibilità di adibire la dipendente ad altre mansioni compatibili con lo stato di salute, onde evitare l’extrema ratio del licenziamento.
Cassazione: appalti, somministrazione illecita ed imposte dirette
Corte di Cassazione. Sentenza n. 19595/2023,
La Cassazione penale ha affermato che le fatture concernenti un contratto di appalto che nasconde una somministrazione illecita, riguardano operazioni soggettivamente inesistenti. La fittizietà dell’oggetto che consente la deduzione di costi altrimenti non deducibili, comporta la rilevanza del reato anche ai fini delle imposte dirette.
Il lavaggio degli indumenti da lavoro e sicurezza dei lavoratori
Corte di Cassazione, Ordinanza n. 18656 del 3 luglio 2023
Il lavaggio degli indumenti da lavoro, considerati dispositivi di protezione individuale (DPI), essendo finalizzato a prevenire l’insorgenza e il diffondersi di infezioni, rientra tra le misure necessarie per la salute e la sicurezza dei lavoratori, che il datore di lavoro è tenuto ad adottare ex articolo 4 del D.Lgs n. 626/1994 e articoli 15 e seguenti del D.Lgs n. 81/2008.
È genuino l’appalto se l’appaltatore non è il proprietario dei mezzi?
Corte di Cassazione Sentenza n. 18455 del 28 giugno 2023
La Corte di Cassazione è intervenuta in materia di interposizione di manodopera: in caso di appalti ad alta intensità di manodopera, la genuinità non può prescindere dalla verifica del fatto che all’appaltatore sia stata affidata la realizzazione di un risultato autonomo, da eseguire con un’organizzazione effettiva e indipendente del lavoro. L’appalto si ritiene genuino anche quando l’appaltante fornisce macchinari e attrezzature, ma l’appaltatore conferisce comunque capitale ulteriore rispetto a quanto necessario per il costo del lavoro, oltre che know how, software e beni materiali che, nell’economia complessiva dell’appalto, assumono rilievo preminente.
Indurre ad accettare condizioni peggiorative rispetto al pattuito: sussiste il reato di estorsione
Corte di Cassazione Sentenza n. 29047 del 5 luglio 2023
La Corte di Cassazione ha confermato il reato di estorsione qualora il datore di lavoro ricatti di licenziare il dipendente che non accetti più le difformità tra quanto formalmente previsto nel contratto, rispettoso delle norme inderogabili, e quanto effettivamente posto in essere. Nel caso di specie, i soci di una società che fornisce servizi di assistenza socio-sanitaria inducevano ad accettare condizioni peggiorative rispetto a quanto stabilito contrattualmente dalle parti, minacciando di disoccupazione chi si fosse ribellato alla non conformità tra lo stipendio stabilito sulla carta e quello effettivamente pagato, ovvero tra le ferie segnate ma in realtà non godute.
Gli incentivi collegati alle mansioni spettano anche durante le ferie
Corte di Cassazione Sentenza n. 19663 dell’11 luglio 2023
La Corte di Cassazione ha stabilito che durante il periodo delle ferie permane il diritto del lavoratore dipendente a percepire le somme a titolo di incentivo collegate alle mansioni svolte dal lavoratore stesso. I giudici hanno sottolineato che la corresponsione delle voci retributive connesse all’effettivo svolgimento di una determinata mansione non può essere sospesa dal datore di lavoro durante i giorni di fruizione da parte del lavoratore delle ferie annuali nell’intento di dissuaderlo dal prendersi ferie.